giovedì 8 ottobre 2009

L'inutilità della puntualità, parte due.

La mattina, una dottorina si sveglia e sa che dovrà correre.
Sono le ore 8.15. Sono alla fermata dell'autobus. Tutto è secondo norma. Tutto è perfettamente in linea a tutti gli altri giorni.
Sono le 8.27. Sono ancora alla fermata. Non è più secondo norma. Non sono ancora in ritardo ma la sigaretta pre-fucilazione lavorativa, sarà molto più rapida del solito.
Sono le 8.34. Sono sempre alla fermata. Ora sì, ora inizia ad essere tardi. Ma il 64 maledetto dov'è? Agitazione. Io arrivo in ritardo, LADOMINUS si sentirà assolutamente in diritto di tranciarmi via l'ultimo barlume di dignità rimasto. Come minimo dirà che non sono neanche in grado di puntare una sveglia. Dai, 64, arriva dai! Ok.
Ho il piano B. Il 12 o il 15!
Scattare!
E la gazzella che è in me, esce fuori con tutta la sua eleganza, saltelli nervosi, agilità a pacchi, eccomi lì, Dottorina Gazzella che corre prima ancora che il LADOMINUS Leone si svegli!
Sono le 8.40, sono ad un altra fermata dell'autobus e il 15 c'è, è lì, svetta fiero su i suoi binari.
Salgo. E' tardi ma non troppo. Sono ancora in tempo per fumare mezza sigaretta pre-tortura.
Sono le 8.44. E vai cazzo di 15 maledetto!!! Vaiiiiiii! Ma il 15 no. E' fermo. Aspetta che l'omino con il giubino arancione che traffica con i binari gli dia l'ok.
Maledetto, adesso scendo, mi metto il tuo giubino e vai te a lavorare al posto mio! Fai il furbo solo perchè hai la vita della gente spalmata sulla tua stupida paletta rossa e verde! LEVATI porca miseria!!!
E si leva. E' la fermata della metro, la vedo. Ma che fa questo 15? Non si ferma? E perchè? Solo perchè la fermata è disastrata non dobbiamo fermarci. Accidenti!
Ma ecco, ecco lì. Sono le 8.47 e io scendo dal tram.
E riemerge la gazzella. Corro. Attraverso. Mi infilo tra una macchina e l'altra. Faccio le scale della metro velocissima.
BIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII.
La metroo! E corro! Vai gazzella! Vai, dammi la forza. E salgo! Olè.
Sono le 8.54 e la voce odiosa mi annuncia che sia esattamente alla mia fermata.
Ho il tempo di: correre per le scale, scavalcare chiunque si metta in mezzo al mio passaggio, fumare un terzo di sigaretta, chiamare l'ascensore, prendere la posta, salire sull'ascensore e solcare la porta dell'ufficio.
SEI MINUTI per un dottorino sono un'eternità. Può fare ogni cosa in 6 minuti.
E infatti alle ore 8.59 io solco la porta dello studio.
LADOMINUS "E' in ritardo!"
LaDottorina "Sono passate le 9?"
LADOMINUS "No, sono le 8.59"
LaDottorina "Quindi non sono in ritardo"
LADOMINUS "E invece sì che lo è"
E non ho preferito, per rispetto alle buon vecchie meridiane e un po' anche ai creatori degli orologi al quarzo, chiedere perchè sono in ritardo se alle 9 meno un fottuto minuto io sono qui.

1 commento: